"Disarchiviare" l'archivio: il fondo documentale del Teatro Koreja di Lecce

Scorrere le carte conservate in un archivio è un po’ come attraversare strade e vicoli di un villaggio che resta vivente nella memoria. Una memoria che è dell’individuo ma anche della comunità, che ci permette – se interrogata – di scoprire radici, di sentirci parte di una storia.

L’Archivio del Teatro Koreja – dichiarato dalla Soprintendenza archivistica per la Puglia e Basilicata di “interesse storico particolarmente importante” – raccoglie la documentazione prodotta in quasi quarant’anni di attività e che consente di definire un tassello fondamentale della storia teatrale e culturale nel territorio salentino e che va a comporre il mosaico di una storia dai confini molto più ampi.

Con il progetto Un villaggio vivente nella memoria, attraverso la valorizzazione dei materiali conservati nell’Archivio del Teatro Koreja abbiamo provato a ricostruire la storia culturale di un Salento ancora marginale, sconosciuto e irraggiungibile, ma anche le vicende di una generazione, di ragazzi “di paese” che, dal nulla, hanno creato un’azienda culturale riconosciuta oggi in Italia e all’estero, nonché di avere un quadro complessivo della scena contemporanea, a partire dai primi anni ’80.

“Dialogare” con un archivio significa tanto contribuire alla creazione e trasmissione della nostra immagine culturale quanto costruire politiche culturali, soprattutto in un’epoca in cui abbiamo lasciato che le memorie “periferiche” sostituissero la nostra memoria umana, fatta di dati mescolati ad emozioni, immagini, pensieri, sentimenti, colori, suoni e odori impressi nella nostra mente.

Quello con l’archivio diviene, quindi, un necessario “dialogo di paradossi”, la possibilità di dirottare il concetto stesso di archivio inteso come qualcosa di “dimenticabile”.
Se un “caso archiviato” è chiuso in una scatola che non verrà più riaperta, il nostro l’intento è invece quello di dis-archiviare l’archivio: farlo parlare, metterlo in condivisione, in un discorrere ragionato che alimenta un senso profondo di ricerca storica, di comprensione del futuro mediante la raccolta e la conservazione di quello che è stato per dare spazio e sostanza a quello che sarà.

Maria Chiara Provenzano, curatrice progetto “Un villaggio vivente nella memoria. Dialoghi dall’archivio del Teatro Koreja”