Il progetto "L'equilibrismo della memoria" della biblioteca A. De Leo dalla prospettiva di una giovane brindisina

https://www.bibliotecadeleo.it/lequilibrismo-della-memoria/
Il progetto "L’equilibrismo della memoria” è l’ennesima iniziativa positiva portata avanti dalla biblioteca pubblica arcivescovile A. De Leo con l’opportunità di fare luce sulla memoria dei nostri concittadini e valorizzazione della nostra terra. Molto spesso si pensa a questa pagina di storia, più precisamente quella degli internati militari, come un qualcosa che abbia coinvolto esclusivamente ebrei e che, non essendo la religione principale del nostro paese, viene percepita come molto lontana da noi. Sono poche le persone (e ancor meno i giovani) consapevoli del fatto che in alcuni campi ci fossero dei cittadini di Brindisi e dintorni e fare luce su questo, non solo permette di rimuovere le loro storie dall’oblio, ma crea anche un legame più saldo con la memoria del proprio territorio.
Il progetto permette di aprire una finestra sulla storia e le vite del nostro territorio, rafforzando un senso di appartenenza (e orgoglio) che nella nostra comunità scarseggia. Questo, a mio parere, è il percorso giusto da intraprendere per raggiungere l’obiettivo di una maggiore valorizzazione del territorio e consapevolezza da parte dei suoi abitanti, in una realtà come quella brindisina dove raramente questo accade, anche in ragione di una storia ancestrale poco conosciuta e poco divulgata (non sempre, infatti, è questione di non incontrare chi sia disposto ad ascoltare, ma a volte chi ha la conoscenza preferisce rimanere un’élite).
Inoltre, il progetto dona l’occasione di aprire un dialogo su un momento storico tragico che, con linguaggi e strumenti diversi, rischia di ripresentarsi costantemente. Il discorso della e sulla memoria non è mai vano perché conoscere il passato permette di non ripetere gli stessi errori (nonostante la frase possa essere percepita come retorica, presenta una cruda verità che ancora non sembriamo aver compreso pienamente).
Infine, un’attenzione particolare va rivolta verso la sezione del progetto riguardante i linguaggi di comunicazione, ovvero le riviste che hanno permesso la veicolazione del consenso. Oggi ci troviamo in un’era dove la comunicazione è costante, fortemente presente, imponente ed ambigua. Essa si esprime attraverso i linguaggi più disparati ma le tecniche di bias per veicolare delle ideologie sono rimasti tristemente le stesse. Fa piacere notare l’attenzione del progetto ad avere come principali destinatari i giovani, è giusto che si parta dai più piccoli per educare ai linguaggi e la manipolazione di questi. Tuttavia, ritengo necessario non perdere di vista la fascia adulta in questo discorso, che (andrebbero indagate le ragioni) sembra perdere spirito critico davanti alle notizie del mondo contemporaneo. Succede così che, alcuni tra gli stessi giovani che combattevano le idee dei propri genitori sulla guerra del Vietnam, oggi siano incapaci di guardare con lucidità conflitti come quello Israelo-Palestinese o una pandemia globale. Sarà forse il cambiamento dei canali di comunicazione? Per questa ragione non andrebbe perso di vista, come destinatario di un’educazione alla lettura critica della “fabbrica del consenso” anche l’adulto.
"L’equilibrismo della memoria” è dunque un grosso lavoro di ricerca che sicuramente produrrà dei risultati positivi. Lo sforzo di una valorizzazione e divulgazione da parte degli studiosi che hanno contribuito al progetto è notevole, ora sta a noi accoglierlo, farlo nostro e condividerlo.

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